La FOMO (Fear of Missing Out) nasce e si sviluppa con l’utilizzo dei social network. Viene tradotta in italiano come la “paura di essere tagliati fuori” o il “desiderio di trovarsi in più posti contemporaneamente per non perdersi nulla”.

👉Chi ha provato la FOMO sa che è possibile sperimentare, per gran parte di una giornata, il bisogno di sapere cosa stiano facendo gli altri, in particolare amici e conoscenti.

Quando si viene a contatto con la FOMO non si desidera, infatti, vivere la vita di un personaggio famoso, ma essere al corrente di cosa i nostri pari stiano facendo, non si tratta di invidia, ma di una vera e propria paura. Questa specie di ossessione per la vita degli altri non è semplice curiosità, perché porta con sé degli stati emotivi negativi importanti e la persona riesce solo a pensare a cosa non stia facendo lei in quel momento e cosa invece dovrebbe fare per divertirsi o stare bene “come gli altri”. Chi sperimenta la FOMO diventa un vero e proprio spettatore della vita altrui e smette in un certo senso di apprezzare la propria, poiché nel suo cervello si vanno ad attivare le stesse basi neurali dell’esclusione sociale.

 

📱L’utilizzo dei social facilita e amplifica questo desiderio poiché, ad esempio, attraverso le storie Instagram è possibile vedere le attività delle altre persone ogni secondo della nostra vita. E quindi anche di quella degli altri?

No, ovviamente no. La vita rappresentata attraverso i canali social non è la vita reale di nessuno. Sebbene ci siano persone che sembrano mostrare praticamente tutto, ci sarà sempre una parte più autentica che non verrà mai esplicitata (in modo più o meno consapevole).

 

🖥Chiunque di noi abbia un social come Instagram, Facebook o Tik Tok (ma in alcuni casi anche Whatsapp), può capire di cosa di tratta, poiché almeno una volta avrà avuto l’irrefrenabile voglia di cliccarci sopra per guardarlo mentre stava facendo qualcosa di più importante, come lavorare o studiare o mentre si trovava a cena con amici in carne ed ossa.

Probabilmente, soprattutto i più giovani (ma non solo), si saranno più volte sentiti inadeguati, il loro umore potrebbe averne risentito per giorni interi quando vedevano gli altri in vacanza e loro a casa con i genitori oppure quando guardavano i loro compagni uscire e loro restare con i propri fratelli. Non è un meccanismo sempre consapevole, ma si osserva quando una persona ha difficoltà a “staccarsi” dal social e allo stesso tempo prova le stesse sensazioni date dall’esclusione sociale.

 

✋Con la FOMO non ci si sente mai al posto giusto nel momento giusto.

Esistono anche casi in cui viene sfruttata la potenza dei social per danneggiare un’altra persona escludendola volontariamente, ma in questi casi entriamo più nello specifico nel campo del cyberbullismo dove l’esclusione sociale e la violenza sono reali a tutti gli effetti.

 

🎯Come si combatte la FOMO?

Sarebbe fondamentale introdurre in tutte le scuole l’educazione all’utilizzo di internet, in modo da prevenire questi fenomeni prima che si presentino e che diventino un problema per la persona. L’utilizzo di internet in sé o dei social non è sempre un problema. Per esempio, un impiego produttivo dei social network è quello di seguire persone che ci fanno sentire bene, divulgatori di argomenti che ci piacciono e che ci fanno crescere.

 

Cosa si può fare nella vita di tutti i giorni?

✅Conoscere l’esistenza della FOMO ti aiuta a riconoscerla quando ti assale, a dare la colpa a lei per il tuo malumore e non alla tua inadeguatezza.

✅Cerca di essere realista accettando che l’essere umano non ha il dono dell’ubiquità e che quindi non può trovarsi in più posti contemporaneamente.

✅Ricordati che le persone tendono a voler dare una buona immagine di sé e quindi quello che vedi è solo un’infinitesima parte della loro vita e che anche tu vivi, ed hai vissuto, molti momenti di bellezza e divertimento.

✅Nella pratica è fondamentale darsi un tempo massimo giornaliero da passare sui social e cercare di non sforarlo.

Quando la FOMO ti assale ricordati di tutte quelle esperienze in cui invece sei stat* bene e ti sei divertit* da matti, in modo da spostare l’attenzione da ciò che non sai a ciò che hai vissuto!

Dott.ssa Irene Certini

Dott.ssa Eleonora Sirsi

Ringraziamenti e collaborazioni: Dott. Bogdan Bjelanovic, Dott.ssa Domenica Bugatti, Dott.ssa Arianna Pelati, Dott.ssa Alice Tomassoni

Credits fumetto: Dott.ssa Fiammetta Marini

 

Bibliografia

Alutaybi, A., McAlaney, J., Stefanidis, A., Phalp, K., & Ali, R. (2018, July). Designing social networks to combat fear of missing out. In Proceedings of British HCI (Vol. 18, p. 1).

Franchina, V., Vanden Abeele, M., van Rooij, A., Lo Coco, G., & De Marez, L. (2018). Fear of missing out as a predictor of problematic social media use and phubbing behavior among Flemish adolescents. International journal of environmental research and public health, 15(10), 2319.

Spada, M. M. (2014). An overview of problematic Internet use. Addictive behaviors, 39(1), 3-6.

Ph. credits: Cristian Dina