Lo sapevi che il modo di disporre gli alimenti in una mensa influisce su cosa sceglierai per pranzo?

Il contesto, tutti i giorni, influenza le nostre decisioni. E noi? Possiamo controllare l’ambiente che ci circonda? Certo, anche se non sempre e non in tutte le circostanze. Spesso chi controlla l’ambiente di vita delle persone può scegliere di farlo in tre modi: (1) a caso, (2) cercando di massimizzare i profitti o (3) provando a migliorare il benessere delle persone con cui si interagisce.

Il motivo per cui massimizzare i profitti senza considerare il benessere non sia il massimo, possiamo immaginarcelo senza troppi giri di parole, ma gli autori giustamente sottolineano che anche la terza scelta potrebbe essere soggetta a critiche, risultando paternalistica e facendo sorgere una domanda spontanea “come fai a sapere tu cosa è bene per me?”. Per rispondere a questa domanda la psicologia sociale, che si occupa di decisione, può venirci incontro con il concetto di “Paternalismo libertario”, grazie al quale si può conciliare la libertà personale con l’influenza nelle scelte. Questo perché, né più né meno, alcune persone hanno il “potere” di indirizzarci in cosa sceglieremo e spesso lo fanno in modo inconsapevole. Quindi, perché non trovare un modo per rendere queste influenze positive, dando sempre e comunque diverse opzioni?

Questi influencer sono chiamati dagli autori “architetti delle scelte” e possono essere: architetti veri e propri, medici che espongono le possibili terapie a un paziente, la persona che gestisce una pagina social, chi disegna le schede elettorali ecc. Ovviamente non tutti sanno di esserlo; una cosa sola è certa, nessun loro “prodotto” è realmente neutrale, nemmeno se agiscono “a caso”. Devono avere chiara questa enorme responsabilità.

Un esempio interessante di influenza sui comportamenti sono gli orinatoi dell’aeroporto di Amsterdam, in cui sono state fatte incidere immagini di una mosca nera in ciascuno di essi, in questo modo la persona che si reca al servizio avrà la tendenza a “prendere la mira”. Questa azione si chiama “spinta gentile (nudge)”.

Gli esseri umani, spiegano gli autori, fanno molti errori sistematici e prevedibili, un esempio sono i ragionamenti euristici come la tendenza ad ancorare il proprio pensiero o scelta sulla base delle informazioni di cui dispongo in quel momento oppure la percezione distorta che spesso abbiamo del rischio (tendenza a sottovalutare). Un esempio che spiega uno dei modi che le persone hanno per scegliere è l’“opzione di default”. Ti è mai capitato di dare l’ok a delle informazioni su internet senza nemmeno leggere la richiesta?

Questo libro spiega dettagliatamente molti processi che chiariscono atteggiamenti e comportamenti degli esseri umani in diverse situazioni sociali, dagli esperimenti sulle distorsioni percettive, causate da come gli stimoli vengono presentati nel contesto ai due sistemi di pensiero (lento e veloce) teorizzati da Kahaneman, dalle strategie di autocontrollo all’ignoranza pluralistica che non ci permette di pensare con la nostra testa. Tutti meccanismi che ci aiutano a costruire le spinte gentili.

Un altro esempio concreto:

Nella foresta Pietrificata dell’Arizona (Petrified Forest National Park) ci sono molti cartelli con scritto di non portar via pezzi di alberi. I ricercatori hanno sparso pezzi di alberi lungo il percorso per indurre le persone a raccoglierli, ma allo stesso tempo hanno modificato i cartelli in questo modo “Molti visitatori, in passato, hanno asportato dal parco pezzi di legno pietrificato, cambiando lo stato naturale della foresta pietrificata” oppure in questo “Si prega di non asportare dal parco i pezzi di legno pietrificato, in modo da preservare lo stato naturale della foresta pietrificata”. Lo studio ha corroborato l’ipotesi che spiega come messaggi positivi ingiuntivi (come il primo) sono più efficaci di quelli negativi (come il secondo).

 

 

Le persone hanno sempre bisogno dei nudge?

Non sempre, è importante anche sapere quando utilizzarli. Innanzitutto, è apprezzabile che la spinta gentile abbia “la massima probabilità di essere efficace e la minima probabilità di essere dannosa” e sembrano essere efficaci nelle seguenti situazioni:

  • Durante decisioni difficili e insolite
  • Dove non è disponibile un feedback immediato

I mercati tendono a sfruttare tutte queste debolezze delle persone, facilitando le persone nelle scelte complesse, ma il più delle volte, non per il loro bene, ma per il profitto di cui parlavamo all’inizio. Leggere questo libro ci permette di capire perché è importante conoscere i meccanismi alla base dei nudge, in modo che non vengano utilizzati solo dalle corporazioni o nelle pubblicità per aumentare il fatturato, ma ad esempio per invertire la rotta rispetto a un riscaldamento globale senza precedenti, combattere la dipendenza da gioco d’azzardo o dal fumo ecc.

Esempi di nudge nella vita di tutti i giorni:

  • Donazione automatica degli organi con la nuova carta di identità digitae (adesso devi dichiarare solo se non vuoi donare).
  • Le linee dei parcheggi che ti permettono di parcheggiare la macchina in modo ordinato.
  • Clocky! La sveglia che scappa appena inizia a suonare, costringendoti ad alzarti dal letto.

 

E tu, ti reputi un architetto delle scelte?

I nudge sono tantissimi, divertiti a cercarne alcuni nella tua quotidianità!

 

Autrice: Dott.ssa Irene Certini

Revisora: Dott.ssa Sabrina Masetti